LIVE LIKE JAY

L' uomo del Big Friday

LIVE LIKE JAY

Intervista a Marco Milone a cura di Guiaz (Guia Zurla) / Photo by : MONCHO GIL – Happy Surfer e Daniele Deiana.

” Live Like Jay “…questo è quello che ho pensato, più un′altra espressione abbastanza colorita ed irripetibile, quando sono incappata per caso nelle foto di Marco Milone “Moncho”. Da lì, è scattata la caccia al rider, per poter avere un intervista in esclusiva per SurfCulture. Guiaz.

Nome: Marco. Cognome: Milone.

Residenza: Il mare, visto che passa l′inverno a Fuerteventura per surfare e nella stagione estiva solca il Mediterraneo come marinaio.

Home spot: Mejillones ( e questo basterebbe a spiegare tutto ).

Anni di surf: 15.

Marco raccontaci cosa è successo quel venerdì 12 Dicembre in North Shore (Fuerteventura):

E′ capitato tutto per caso; avevo dormito a Mejillones ( Marco è soprannominato “Vado-a-dormire-a- Mejillones” perchè appunto in genere il suo camper rosso è stazionario in quello spot ) c′era una bella swell e gli spot erano per lo più giganteschi. Spostandomi con il camper lungo la North Shore ad un certo punto ho visto delle macchine ferme e gente che si cambiava. Sono andato subito a vedere e mentre mi avvicinavo ho visto che c′erano un paio di persone in acqua: il cuore ha cominciato a battermi forte! Il mare rompeva con gran forza ed i surfisti sparivano dentro tubi di dimensioni importanti! Ho iniziato subito a cambiarmi, con lo sguardo incollato allo spot. Avevo una voglia matta di entrare in acqua, ma al tempo stesso ero un po′ pensieroso perchè stavo per entrare in uno spot che non conoscevo; e per di più con una tavola nuova di pacca! Ma non avevo scuse; per come la vedo io quando arrivi in spiaggia con una tavola del genere e le onde che hai davanti sono perfette non puoi tirarti indietro o esitare. Mettendo la paraffina sulla  tavola nuova continuavo a guardare le onde; ero ipnotizzato. E quella era solo la visione frontale. Quando mi sono buttato e ho cominciato a risalire ho visto le onde di lato:  vi giuro, non riuscivo a credere ai miei occhi! Sul picco, che si avvicinava bracciata dopo bracciata, rompevano onde, o forse farei meglio a dire BOMBE perfette! Ricordo che il mio pensiero in quel momento è stato “sono troppo felice di essere in mare“.

Qualche momento di timore?

Onestamente no, non quella mattina. Le onde erano talmente belle che ero semplicemente incantato e meravigliato; non mi facevano paura, anzi, mi trasmettevano una grande energia. Lo spettacolo che stavo ammirando era così bello che ero solo esaltato: non avevo che il desiderio di trovarmi su una di quelle pareti d′acqua.

Come hai fatto a prendere il set enorme delle foto? 

Quella mattina, a differenza di tante altre, non ero da solo in mare, così mentre mi avvicinavo al picco osservavo ammirato gli altri ragazzi che si lanciavano giù da quei muri blu e non sono andato subito dove erano loro; sono rimasto un po′ in disparte a studiare la situazione. Le onde erano veramente perfette, frangevano in modo regolare, il picco facile da individuare: si gonfiavano in lontananza e rompevano più o meno sempre nello stesso punto; il lip esplodeva alla base formando dei tubi incredibili e c′era un frastuono impressionante! Era molto veloce, quello si, ma sapevo di avere la tavola giusta!…ed è successo mentre ero lì, intento ad osservare quella che sembrava essere la scena di un film: è arrivato un set fuori serie. Tutti sono stati costretti a remare verso il largo per non essere travolti, ed io che ero stato in disparte mi son trovato esattamente nel punto perfetto. In quel momento ricordo che il mio pensiero è stato: ” Vabbè, toccherà prenderla a me “…ho girato la tavola e remato.

Parlaci della sensazione di prendere un onda così:

Come ti dicevo, ho avuto fortuna; ero nel punto giusto al momento giusto ed ho avuto fiducia nella tavola: ho remato con decisione, non ho pensato a quanto era grossa l′onda, ho solo pensato che volevo prenderla. Quello che è successo subito dopo è stato pura magia: improvvisamente quella parete mi è sembrata enorme, e sono andato giù, come un razzo! Eppure nonostante la velocità, la tavola andava esattamente dove volevo con una naturalezza sconvolgente. La gioia che ho provato è stata immensa, ero così esaltato che, alla fine dell’onda mentre ero ancora in bottom, ho alzato le braccia ed ho gridato come un pazzo! Ancora adesso riguardando le foto non riesco a crederci! E′ andato tutto bene, mi fa ancora strano la facilità con la quale mi sono messo in piedi: senza neanche accorgermene, come se quella fosse stata la centesima onda, e non la prima che prendevo con quella tavola.

Sei stato anche travolto da qualche onda; come è stato?

Verso mezzogiorno ero rimasto ormai solo ed è arrivata un′onda “bella carica”. Ho deciso di remarla ma l′ho fatto con troppa leggerezza: il lip mi ha  letteralmente lanciato giù violentemente; ho preso una gran botta rimbalzando sull′acqua e subito dopo  mi ha travolto e spinto per bene 4 volte verso il fondo. Quando sono riuscito a risalire tirandomi lungo il leash mi è arrivata un′altra onda addosso, e giù di nuovo, e poi una terza, e poi ancora un′altra, finche mi sono ritrovato quasi a riva. Sapevo di aver fatto un bel botto e comunque mi è venuto da ridere pensando cosa dovevano aver visto da riva, è la sequenza dove ho le braccia stese in alto e mi son reso conto che la posizione era ben assurda, in effetti è stato un bel salto. Comunque quella che mi ha veramente travolto è stata la terza onda di un bel “settone” fuori serie che mi ha rotto davanti trascinandomi sott’acqua…quando ho smesso di rotolare ho aperto gli occhi, ero a qualche metro di profondità perché sentivo l′acqua premere sui timpani, ma il primo pensiero non è stato quello di risalire per andare a prendere fiato, ma piuttosto, ho aperto gli occhi e pensato ” Wow, che bello qua sotto! ”. Ero come in una grande bolla di acqua blu sovrastata da schiuma bianca e non ero per niente agitato o in affanno, per un attimo sono rimasto lì incantato; poi ho afferrato il leash per tirarmi su…e a quel punto mi son accorto che tirava talmente da essere diventato sottile.

Che tavole usi quando esci in queste condizioni?

Ormai surfo sempre con tavole di Wenzel (Wenzel Surfboards). Tutto è  iniziato sette anni fa, quando Wenzel  mi ha “shapeato” il primo singlefin: un 6′6′′ color verde acqua che mi ha accompagnato nelle prime esperienze su onde serie proprio qui a Fuerteventura. Adoro i singlefin, mi piace troppo il modo in cui si muovono eleganti lungo la parete dell’onda;  nel giro di due anni il 6′6′′ è stato accompagnato da un 7′7′′ giallo limone che considero essere una delle tavole più belle che io abbia mai avuto. Con il 7′7′′ ( battezzato da Wenzel “The Full Speed Singlefin” ) ho affrontato tante giornate di surf indimenticabili e ho iniziato ad osare sempre di più ,fino a portarlo al limite. Quando ho iniziato a trovarmi spesso in condizioni impegnative mi sono reso conto che per crescere ancora avevo bisogno di un′altra tavola. Così abbiamo iniziato a parlare di un vero e proprio GUN; io volevo rimanere sul singlefin, anche se mi ero accorto che in condizioni di mare forte, più che aiutarmi mi metteva in difficoltà, specialmente nel take off. Wenzel allora ha insistito per un quad, ed alla fine è nato un bellissimo 8′8′′. L′estate scorsa (2014) mentre ero in Italia ho chiamato Wenzel e gli ho detto: “voglio un altro gun, per fare quei bagni  lì che piacciono a me”. Quando a Novembre sono tornato a Fuerteventura nel laboratorio di Wenzel c′era ad aspettarmi un gun 9′3′′ quad, giallo e viola, da togliere il fiato. Quel Venerdì mattina avere il 9′3″ ha fatto la differenza: mi muovevo veloce, riuscendo quasi sempre ad anticipare anche i set più grossi. E′ una tavola eccezionale, l′ho sentita immediatamente stabile, mi dava tempo di partire senza problemi, e il suo peso non risentiva affatto del vento off shore. Non posso fare a meno di ringraziare Wenzel, un amico e che mi ha sostenuto in questo percorso di “crescita” ; se sono arrivato fin qua lo devo anche a lui.

Nella tua carriera di big waves rider hai avuto dei momenti di “crisi “?

Il 2013 è stato per me un anno di transizione; il passaggio dal 7′7′′ singlefin all′8′8′′ quad ha cambiato completamente il mio punto di vista ed i miei orizzonti surfistici. Sono arrivato a Fuerte in uno stato mentale abbastanza confuso; ero eccitato per il nuovo gun, ma al tempo stesso ero impaurito. Sapevo di non avere più scuse; se vai al mare e ti porti  in furgone un gun  sai che con una tavola così non c′è più tanto da scherzare ed inizi a chiederti  se una volta in acqua sarai all′altezza della situazione. Inizi a farti delle domande; pensi che non hai mai usato una tavola del genere, sai benissimo di non essere un super eroe…con questi pensieri per la testa mi sono trovato un po in difficoltà : spesso mi trovavo in mare da solo, a volte andavo un po in ansia con le onde “grandi” ..non ero abituato alla velocità che prendeva il gun dopo il take off e spesso non riuscivo a controllarlo. Mi è capitato di fare dei wipeout tesi e più di una volta mi è venuta voglia di uscire dall’acqua. Alla fine, l′amore per il mare e le onde ha avuto la meglio:  sono tornato ad essere me stesso con la voglia di andare sempre più avanti; un po alla volta ho riconquistato sicurezza. Avvicinarmi all′apnea e cominciare a praticarla mi ha aiutato molto:  ho acquistato una consapevolezza di quello che accade sott’acqua che mi fa mantenere calmo, e questo è essenziale in certe situazioni.

Per prendere onde di questo tipo ti alleni in qualche modo specifico? 

Se per allenamento intendi un qualcosa di programmato e ripetitivo che magari includa anche degli esercizi in palestra la risposta è no. Per me il surf è molto intuitivo: quando sono sull′onda seguo il mio istinto, non penso mai ai movimenti che sto facendo. Per me il surf è libertà, vivere in spiaggia, avere sempre il mare davanti, sentire il vento che soffia contro il furgone e sentire il sole che mi scalda la faccia. Non mi interessano le manovre, le gare, o il volere dimostrare qualche cosa (nota di Guiaz: …credibile, visto che per intervistare Marco, ho dovuto andare a scovarlo tra gli scogli della NorthShore e che è un personaggio modesto, abbastanza restio a parlare di se). Con questo non voglio dire che l′allenamento non serva, per esempio nuoto molto, sia in piscina che in mare, oppure remo a braccia su una tavola da windsurf, vado al largo, e faccio un po′ di apnea. Avvicinarmi all′apnea e cominciare a praticarla mi ha aiutato molto:  ho acquistato una consapevolezza di quello che accade sott’acqua che mi fa mantenere calmo, e questo è essenziale in certe situazioni. Quando si finisce sott’acqua sbattuti da un′onda e ovviamente non si ha avuto tempo di prendere fiato la cosa più importante è mantenere la calma. Mi piace stare immerso nell’acqua, quest’estate ho preso tanta confidenza che un po′ alla volta sono arrivato a scendere a circa 20 metri, e risalire piano senza fretta …” lasciando che la mia mente si perdesse nel blu”.

...e se ti perderai, saranno le onde a venirti a cercare. Guiaz.