IN&OUT

Riccardo Uras ci presenta la sua creazione

IN&OUT

IN&OUT è un mix di immagini suggestive, panorami e surf. Un video che vede protagonista il giovane Sardo, Riccardo Uras.

Oltre al video oggi siamo qui per presentarvi anche questa intervista esclusiva che abbiamo realizzato per conoscere meglio Riccardo.

Chi è Riccardo Uras e da dove nasce la tua passione per il surf: Mi fa sorridere questa domanda; Riccardo Uras, non è nessuno in particolare o di particolare; è soltanto un ragazzo di 22 anni che cerca di non annoiarsi mai. Cerco sempre di tenermi impegnato in qualche modo. Non penso sia necessario ma volevo dirvelo (giusto per) prima di iniziare a far surf giocavo a calcio a livello semiprofessionistico (eccellenza) e dilettantistico (promozione) con uno stipendio (classico rimborso spese mensile perché ero minorenne), con gente ovviamente più grande di me. Ero seguito a livello Sardo tanto che tuttora d’estate ricevo chiamate per riprendere a giocare ma è/era un impegno che sapevo di non poter rispettare e mi era passata la passione, per la delusione di molti ma purtroppo non ci potevo far nulla. Mi capita spesso di sognare di dover andar ad allenarmi quando ci son onde e son i miei incubi più frequenti.

Hai altre passioni oltre il surf? Son sempre stato un amante del mare (sia mosso che piatto), per cui alla passione per la pesca subacquea, che praticavo sin da piccolo col mare piatto, mancava qualcosa da fare con il mare mosso, così un bel giorno, quando a 17 anni, un mio amico (Marcello) mi propose di comprar una tavola da surf non ci pensai due volte. Da lì ho iniziato a vedere che non riscontravo molto successo, paragonandomi ai video di surf che guardavo puntualmente ogni sera sul web (tuttora, non me ne sfugge quasi uno haha). Così mi son messo in testa di imparare almeno a far qualcosa, ed avendo una casa a due passi dal mare mi trasferivo lì o da solo o con Nicolas (mio vicino di casa nonché amico) in periodo di swell con libri, video, tavola e nelle ore diurne mi allenavo mentre la sera facevo il classico dovere e dopo cena la classica video session. Si come il fatto di buttarsi in acqua con una tavola e tre fins, del quale sono ossessionato/appassionato, nutro altrettanto interesse per la fotografia (sia analogica che digitale) e per la videografia. Uscire di casa senza macchina fotografica o videocamera mi da quasi una sensazione di malessere, perché capitano sempre quei singoli momenti da immortalare, quella luce o quei colori che potresti non riveder mai più. Infine oltre al surf, mi diverto con tutte le altre tipologie di tavole skateboard, skimboard, snowboard… PS: durante il periodo invernale mi capita di fare qualche session di ice-skating, altra passione.

Raccontaci di IN&OUT, dalle prime immagini, si nota una cura particolare per il montaggio, per la scelta delle inquadrature e si vede che dietro c’è qualcosa di più che un semplice video home made: IN & OUT parte come un digital short di freesurf, ma ha dietro il connubio fotografia/videografia. Il titolo: non riuscivo proprio a trovarne uno, tanto che ho mostrato una parte del montato ad un mio amico, Umberto (compagno di avventure annesse al raggiungimento di luoghi per potersi sparare qualche milligrammo di adrenalina con qualche onda), che non appena visto il video alla mia domanda “che titolo?” replicò scrivendomi quello col quale poi ho/ha nominato il corto. Ripeto, è sempre un classico fai-da-te,  pensato in chiave quasi “cinematografica”, o perlomeno ci ho provato, spero non deluda le aspettative. È nato tutto dall’idea di far un film di freesurf riguardante il luogo in cui abito, ma ovviamente mi son reso conto che prima di cimentarmi in un qualcosa di questo calibro ci vuole del tempo, una base per poter capire quali inquadrature possano andar bene e ovviamente tanto e tanto allenamento sul surf per migliorare ed imparare (ripeto, tanto soprattutto per quest’ultima parola). Ridimensionata questa idea, ogni giorno sul pullman mentre viaggiavo per andare all’università, ascoltavo una miriade di canzoni finchè non ho trovato quelle da poter utilizzare nel corto. Una volta fatto ciò, beh non mancava che l’ascolto nauseabondo delle suddette per ore e ore, immaginado quali riprese potessi andar a ricercare per ogni singola parte del video. Con Stefano, mio amico freelance professionista, ho girato la maggior parte del video con riprese fuori dall’acqua e addizionali per la parte di pre surf. Ma ovviamente mi serviva anche del water footage, che ho ripreso con Francesco Meloni, Gianluca De Montis ed io con una GoPro HERO4 di un mio amico (Francesco De Filippi, che sarà nel surfers cast per qualche frangente con Federico Spinas, altro mio amico). Infine parliamo dell’intro: volevo dare l’idea di una tipica giornata di sole e di ciò che fa la gente quotidianamente, unita ad una mia giornata di fotografia analogica (che ho girato con Francesco Pupillo, un amico che si iscriverà all’accademia di cinema). Ci son una miriade di scorci fotogenici a Cagliari, avrei voluto inserirli tutti ma purtroppo non posso allungare la timeline ed annoiare lo spettatore. Ad ogni modo prima di iniziar le riprese son andato due giorni a, passatemi il termine come tecnico, “sparar rullini” in varie zone dove poi ho girato con la videocamera, per avere un’idea dell’angolo e dell’inquadratura. Son un’amante del black&white soprattutto su negativo, per cui l’intro è rigorosamente “non a colori” per dare quella mezza idea di retrò; inoltre come dice un grande fotografo che non ha mai scattato a colori (il signor Sebastiao Salgado): vedendo e guardando gli oggetti in bianco e nero l’occhio umano coglie più particolari e si concentra più sulla visione dell’immagine in sé,  poi sarà la mente inconsciamente che riprodurrà o meno i colori. Un’altra cosa che mi ossessiona son le nuvole, come si muovono e si deformano nel giro di pochi minuti, per cui vedrete qualche timelapse. Rimarrei a parlarne per tanto tempo perché è stato un bel travaglio questo corto (haha); non potevo prolungare i tempi per cui mi son imposto una fine e quella doveva essere anche a scapito della ricerca di migliori riprese di surf; inoltre sto progettando e scrivendo un altro video, questo decisamente più corto. Chiaramente ci vorrà del tempo e spero di portarlo a termine. Per ora vi auguro buona visione per IN & OUT e qualche risata per le mie passeggiate in mezzo ai vicoletti o per qualche scena in acqua.

Il surf in Sardegna, negli ultimi anni, sembra si stia evolvendo molto, nuovi atleti giovani emergenti ed un panorama in continua espansione…secondo te, perché? A mio avviso il tutto parte dai piani superiori, WSL (precedentemente ASP), che ha ampliato e diciamo reso più visibile e professionale l’ambito del WCT e degli altri eventi Primes tramite collaborazioni con grossi marchi di telefonia, bevande energetiche, compagnie di telecamere, ecc. Con una diffusione mediatica di questo tipo, ipotizzo che qualche effetto l’abbia avuto (anche se nel suo piccolo) pure qui in Sardegna. Poi ovviamente questa disciplina è relativamente recente nel nostro paese per cui i pionieri e i primi che si cimentavano avranno passato il testimone ai figli e così via, oltre al fatto di poter disporre di almeno un giorno a settimana in acqua (swells permettendo).

Ringrazia chi vuoi: Oltre la mia famiglia (al quale ho quasi fatto odiare il video facendoglielo vedere con una media di 2 volte al giorno per notare le imperfezioni a livello di montaggio), i miei amici (vorrei nominarvi tutti), coloro che mi hanno aiutato in questo progetto (nominati prima) ed infine quel mio amico che in pieno dicembre mi domandò “ma perché non ti compri una tavola da surf?”