Hunter Jones Interview


Hunter Jones Interview

Una chiacchierata insieme a Hunter Jones, surfista e social media coordinator del WSL – World Surf League, parlando della sua infanzia, esperienza negli action sport e del futuro del surf!

Ciao Hunter da dove vieni e come sei cresciuto?

Vengo da Westchester CA, una piccola città nella South Bay. Sono cresciuto con 2 fratelli più piccoli e non c’è mai stato un momento di noia nella mia infanzia. Ho amato tutti gli sport d’azione sin da quando ero super giovane e lo skateboarding era la mia passione iniziale. Avevamo un halfpipe nel cortile con tutto e Tony Hawk era il mio idolo. Diventare uno skater professionista era qualcosa che sognavo ma ho sempre amato anche l’oceano.

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Quando e dove sei entrato in contatto con il surf per la prima volta?

A parte lo skate, la spiaggia era il mio posto preferito dove passare il tempo. Adesso è pazzesco pensare a quanto sia stato attratto dall’oceano in così giovane età. Il mio migliore amico Easton iniziò a surfare e naturalmente ne sono stato immediatamente influenzato.
Ricordo che suo padre mi portò fuori per la prima volta, mi spinse in un’onda e mi alzai. Da subito mi è piaciuto molto stare in acqua e di conseguenza fare surf con i miei amici. Potrei rimanere in acqua per ore! Quindi come il cliché quale sembra, ero stato intrappolato. Il surf divenne il mio unico obiettivo e passione.

Che tipo di surf ti piace?

Adoro guardare surfisti come Filipe Toledo e John John Florence che possono fare le curve più grandi e belle e poi fare ad esempio un backflip o un air a comando. Sono così fluidi e progressivi che non possono che essere il mio tipo preferito di surf da guardare e da cui prendo sicuramente ispirazione.

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Che tipo di tavole ti piace surfare?

Surfo per Earth Technologies Surfboards e sto usando tavole da surf ecosostenibili da circa 7 anni. È incredibile sapere che le tavole che sto surfando sono costruite con prodotti sostenibili e riciclati. E la parte migliore è che funzionano proprio come qualsiasi altra tavola sul mercato. Ho un pro model con loro chiamato HJM ed è fondamentalmente uno shortboard tradizionale che ha un pò di volume extra e un nose leggermente più largo che funziona davvero bene sul tipo di onde che surfo ogni giorno a casa.

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Quali sono le tue passioni?

Il surf è la mia passione numero uno e tutto ciò che faccio ruota intorno ad esso. Fin da piccolo ho anche amato fare video con i miei amici e ora creare e modificare video è una delle mie più grandi passioni.

Come hai iniziato a lavorare con il WSL e com’è lavorarci all’interno?

Ho iniziato a lavorare presso il WSL come stagista per il team di Social Media. Avevo appena conseguito il diploma e pensavo di trasferirmi all’università per ottenere la laurea. Dopo aver lavorato lì per 3 mesi ho avuto la fortuna di ricevere in offerta una posizione a tempo pieno, ed è stata una decisione che non potevo assolutamente lasciar passare. Tutti quelli che lavorano per il World Surf League sono alcune delle persone che lavorano più duramente che io conosca. Tutti hanno passione per questo sport ed è sorprendente far parte di questo ambiente.

Com’è la tua routine quotidiana?

Come coordinatore dei social media, li scorro continuamente per vedere cosa fanno i nostri atleti o quali contenuti interessanti sul surf posso trovare. I miei collaboratori e io siamo responsabili della ricerca e della creazione di tutti i contenuti che vedete in tutti i nostri social. L’obiettivo è vincere l’internet ogni giorno. Oltre a ciò, sono anche responsabile di guardare la trasmissione in diretta quando i nostri eventi sono attivi e di essere pronto a riferire su qualsiasi cosa incredibile che accade in tempo reale.

Sappiamo che hai surfato la famosa onda di Kelly Slater, com’è stato?

L’onda di Kelly è da fuori di testa! La mia prima reazione è stata quella che per surfarla bene ti ci devi abituare un pò, nel senso che devi avere un “flow” diverso su un’onda artificiale rispetto a un’onda oceanica. C’è sicuramente una curva di apprendimento. L’onda in se è sorprendentemente potente, ma ai miei occhi la cosa più eccezionale è che questa tecnologia sia il futuro del surf, sicuramente per quanto riguarda l’allenamento, io ad esempio non potrei mai averne abbastanza, e sicuramente aprirebbe le porte a tutte quelle persone che, o vivono lontane dall’oceano o che vivono in paesi che non lo hanno affatto.

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Perché, per te, la WSL ha deciso di fare una tappa lì?

Portare la wave pool per il tour mondiale è incredibile, perché per la prima volta saremo in grado di sapere quando sarà l’ora di inizio e di fine di un evento. Il nostro sport è così unico perché dobbiamo affidarci a madre natura per produrre per noi per poter surfare. Normalmente abbiamo previsioni e condizioni meteorologiche da affrontare, ma con questa tecnologia la produzione di onde è sempre in corso. Penso che questo ci consenta di portare il surf a più persone che mai e quindi far conoscere questo sport sempre di più.

Qual è il futuro del surf secondo te?

Il futuro del surf è brillante ai miei occhi. Penso che inizieremo a vedere sempre più giovani talenti nel tour negli anni a venire. Tutti stanno diventando così bravi così in fretta di questi tempi, è pazzesco. Le wave pool giocheranno anche un fattore in tutto questo che sarà incredibile da vedere. Poiché esse sono in costante evoluzione, penso che il surf come sport aumenterà enormemente con l’opportunità di crearne di nuove dando spazio a tutte le persone che hanno necessità di allenarsi sul surf come sullo skate, provando e riprovando.

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Seguite tutte le avventure di Hunter sulla sua pagina instagram @hunterjoness
Per rimanere sempre aggiornati sulle novità del Tour Mondiale seguite la pagina ufficiale del WSL – World Surf League @wsl